I fratelli Giuntelli
I fratelli Battista e Marco Giuntelli
Battista Giuntelli nei primi anni venti del Novecento
I coraggiosi fratelli Giuntelli, Marco e Battista che ancora oggi sono ricordati come campioni e pionieri di un'epoca in cui il ciclismo veniva considerato impresa, fatica e gloria, manifestarono le loro doti sportive fin da ragazzini: vennero notati e spronati da tecnici sportivi a intraprendere l'attività agonistica, e la bicicletta rese sempre più saldo il loro legame fraterno.
Iniziarono la loro avventura sportiva negli anni '20, dapprima come allievi e successivamente nella categoria dilettanti dando subito dimostrazione che chi aveva scommesso sulla loro bravura non si era sbagliato.
Ottennero risultati considerevoli e si imposero all'attenzione di quel vasto pubblico che amava il ciclismo.
Nel 1924 Marco vinse la Milano-Torino e Battista si piazzò al 2° posto al CAMPIONATO ITALIANO DILETTANTI.
Era il 1925 quando fecero il salto di qualità che in molti si aspettavano: divennero professionisti e già nelle prime gare in questa veste, la Milano-Modena e il Giro di Lombardia Marco e Battista, oltre ad arrivare primi nella categoria Juniores, si guadagnarono la citazione sull'albo d'oro 'Pneumatici Pirelli'.
Difesero i colori di grandi squadre quali Atala, Dei, Bianchi, Touring (Spagna), Prina, Mifa ,Opel (Germania) e parteciparono a numerose competizioni di quell'epoca in Italia e all'estero continuando a conquistare l'animo dei loro tifosi.
Andarono a vivere all'inizio degli anni '30 in Francia, a Nizza: qui continuarono a gareggiare conseguendo risultati degni di nota; Battista aprì una bottega di cicli, supportato dal fratello.
Conclusa la carriera sportiva, ritornarono definitivamente in Italia e avviarono due botteghe di cicli nel centro della loro amata Asti.
I negozi furono frequentati da una vasta clientela, di qualunque età, e da alcuni campionissimi divenuti loro amici quali Gaetano Belloni, Domenico Piemontesi, Giuseppe Pancera e Learco Guerra; oltre a vendere biciclette di marchi rinomati come Frejus e Benotto, vendevano biciclette prodotte nelle loro officine col loro marchio.
A cinquant'anni dalla morte di entrambi che avvenne nel 1964, nella città di Asti e anche in altri luoghi, diverse persone oltre a ricordare con immutato affetto i fratelli, conservano tra le più care memorie una bici recante quel glorioso nome.